La carie colpisce i denti in modo assolutamente individuale causandone il danneggiamento in uno o più punti. Il dentista rimuove con opportuni strumenti le parti guaste e le ricostituisce con materiali che ne imitano la forma, la funzione e il colore.
Le dimensioni, la forma e le posizioni delle otturazioni sono imprevedibili prima di verificarne l'effettiva entità. Possono aiutare, ma in modo alquanto impreciso, le radiografie o il sondaggio manuale con uno strumento sottile.
Il trattamento si esegue previa anestesia locale della zona di lavoro. Se vi sono due o più denti adiacenti da curare è bene farlo in un’unica seduta per sfruttare al massimo l’effetto dell’anestetico che si estende per l’appunto ad almeno tre denti vicini. Ciò conduce anche ad una riduzione del tempo di lavoro complessivo e del numero di sedute (cosa sempre gradita). In alcuni casi, quando si suppone una carie poco profonda, l’anestetico può essere evitato.
Dimensioni, forma, posizione, condizionano il tipo di otturazione, il tempo di esecuzione e il costo del trattamento. La classica otturazione si realizza con una resina bianca riempita di polvere di quarzo (composito). È un materiale di eccellente trasparenza ed estetica, oltre ad essere poco meno duro di un dente naturale. La sua durata di vita è ottima superando i 10 anni. Se la quantità di dente da ricostruire si avvicina o supera la metà del dente, non è indicato effettuare l’otturazione.
Si consiglia invece di eseguire un intarsio in ceramica. In questo caso si ripristina funzione, forma e colore con un blocchetto di ceramica intarsiata cementata alla parte residua del dente. Anche in questo caso la durata è ottima avvicinandosi ai 15 anni. I trattamenti hanno perciò un tempo d’intervento estremamente variabile: dai 20 minuti per le otturazioni più piccole e semplici, alle 2 ore e oltre per le intarsiature più complesse.
Dopo una terapia di questo tipo si incontrano alcuni effetti collaterali. Per quanto sia delicata e sofisticata ogni singola manovra, un dente otturato subisce sempre un piccolo trauma per il fatto stesso che è stato lavorato. Innanzitutto l’anestetico mantiene il suo effetto per circa 2 ore dopo il termine della cura. In questo periodo si consiglia di non assumere alimenti per evitare di mordersi labbra o guance insensibili senza accorgersene. Successivamente, il dente può rimanere sensibile alle temperature estreme dei cibi (caldi o freddi). Si consiglia perciò di evitare questi cibi per qualche giorno. In genere, queste situazioni si risolvono spontaneamente nel giro di qualche giorno o, al massimo, di poche settimane. Se persistono, soprattutto le sensibilità legate alla pressione, è bene informare il dentista per una valutazione aggiuntiva.
Quando una carie si approfondisce fino ad avvicinarsi al cuore del dente, quest’ultimo diventa sensibilissimo alle temperature calde o fredde e agli alimenti dolci. Se il dente non viene curato subito, il fastidio diventa veramente notevole e talvolta si sviluppa un ascesso.
Il trattamento di tale situazione (pulpite) si realizza con una cura detta canalare, sempre che il dente sia ancora salvabile perché nei casi più gravi si è costretti all’estrazione del dente o di quel che ne rimane.
Seguendo un protocollo di igieni periodiche dal proprio dentista, almeno ogni 6 mesi, si tiene sotto controllo la salute della bocca e alle prime avvisaglie di carie si può intervenire tempestivamente senza arrivare a cure estreme.
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